Il 10 novembre è la data di questo scoppiettante evento popolare che si ripete da tradizione secolare. Vengono incendiate contemporaneamente tre altissime strutture di legno che rappresentano le tre contrade del paese.
Si tratta di un rito ancestrale, perpetuatosi di generazione in generazione grazie all’entusiasmo dei giovani che per diverse settimane sulle montagne intorno al paese si impegnano a raccogliere, trasportare ed incastrare tronchi e fascine di legna per innalzare gradualmente le imponenti pire. Il significato dei “gloriosi” falò si rintraccia presumibilmente nelle ritualità pagane apotropaiche legate alla vita rurale e contadina, alla speranza di favorire la transumanza, la “spartenza” di pastori e pecore, e di purificare e rendere feconda la terra.
Lo spettacolo che si rinnova ogni anno è da vedere; le parole non possono rendere una adeguata descrizione evocativa delle sensazioni uniche che regala.
Cori infervorati e gioiosi accompagnano le fiamme e le incandescenze. Quando gli ardori che illuminano il borgo cominciano ad affievolire, bambini e ragazzi si tingono mani e volto con la cenere e dalle tre contrade inizia la discesa verso il confronto nella piazza del paese, una sorta di vivace processione con suoni di campanacci e sfottò. Ogni “gloria” porta in dono il tronco portante del falò detto “palancone” alla sua più fresca coppia di sposi, pronta a ricevere e ad offrire vino, panini, salumi, formaggi e dolci preparati per l’occasione.